Alert 1

19 commenti:

  1. Cari colleghi,
    vi posto un articolo interessante riguardante la turbina libica. In particolare, sull'approccio che bisognerebbe adottare nella risoluzione diplomatica di questa crisi.
    Buona lettura!

    http://www.crisisgroup.org/en/regions/middle-east-north-africa/north-africa/libya/157-libya-getting-geneva-right.aspx

    RispondiElimina
  2. Cari ragazzi,

    a seguito della lezione di oggi e delle numerose news che la Libia ci offre, ho deciso di scrivere un commento personale, ogni qual volta sarà possibile, per individuare i momenti cruciali degli eventi e le riflessioni scaturite dalle interconnessioni ad essi legate.
    Inserirò tutto nell'area 'News bolla sahariana'.

    Buona lettura!

    RispondiElimina
  3. Cari colleghi,
    vi sottopongo un dossier interessante dell'ISPI sulla situazione nigeriana, soprattutto con riferimento alle elezioni.
    Buona lettura!

    http://www.ispionline.it/it/pubblicazione/il-futuro-della-nigeria-e-dellafrica-12537

    RispondiElimina
  4. http://www.la7.it/piazzapulita/rivedila7/uomini-e-no-10-03-2015-149343

    Ciao ragazzi,

    qui in streaming trovate la puntata andata ieri sera in onda di 'Piazza pulita' citata oggi dal professore.

    Buona visione! :)

    RispondiElimina
  5. http://www.voanews.com/content/nigerias-president-says-boko-haram-trained-with-islamic-state/2676217.html

    Ciao ragazzi,

    la Nigeria si esprime, finalmente, per bocca del suo Presidente.

    Cerchiamo di capire:
    i. Che dice Jonathan che non si sapesse già, sul piano informativo?
    ii. E con le sue valutazioni, che aiuto dà all'analisi?

    A tutti la parola!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vorrei proporvi la mia riflessione dopo aver ascoltato l’intervista del Presidente Jonathan pubblicata da Voice of America.

      Nel suo discorso ha comunicato dei punti importanti, che prima si basavano per lo più su deduzioni e ipotesi. Il Presidente ha confermato il collegamento tra le due organizzazioni, rispettivamente tra il sedicente Stato Islamico e Boko Haram, riportando che molti militanti del gruppo Boko Haram si sarebbero addestrati in alcuni paesi sotto il controllo del sedicente Stato Islamico; tuttavia, Jonathan si è rifiutato di menzionare i paesi in cui si sarebbe svolto l’addestramento, il che rappresenta un ostacolo alla comprensione del traffico che coinvolge molti stati, i quali spesso sono coinvolti nella coalizione internazionale volta espressamente a contrastare i gruppi terroristici.

      Nel suo discorso, ha affermato che una delle strategie a lungo termine del suo governo consiste nel miglioramento della raccolta di informazioni a fini di sicurezza e nell’aumento di opportunità legate alla sfera occupazionale, nonché all’istruzione. Quanto affermato fa riflettere sul mandato attuale del Presidente in carica, durante il quale il Presidente ha dimostrato immobilismo e mancanza di risolutezza nell’affrontare la sfida posta da Boko Haram nel Nord del paese. Inoltre, durante la campagna elettorale Jonathan non ha dedicato ampio spazio alla situazione nel Nord, che è quella più preoccupante.

      Di conseguenza, a mio avviso, è necessario riflettere sulla vera determinazione del Presidente a far fronte a questo conflitto preoccupante, e soprattutto sull’importanza di strategie e interventi concreti da parte del governo.

      Elimina
    2. È la prima volta che Goodluck Jonathan parla ufficialmente del legame tra Boko Haram, radicato sul territorio nigeriano dal 2009, e ISIS. Quest’ultima organizzazione terroristica è ormai compresente a quella del Boko Haram, dunque non è difficile tra esse la collaborazione: vengono fornite armi, messi a disposizione fondi e addestramenti. Non di secondaria importanza è la fragilità nella zona tra Nigeria e Libia, priva di sicurezza, che ha facilitato la comunicazione tra i due gruppi. Inoltre il presidente ha accennato che degli esperti stanno addestrando l’esercito nigeriano e coordinando le operazioni, ma senza certezze. La brutale battaglia del Boko Haram causò più di 13 mila vittime, andando a deteriorare la sicurezza del Paese. Bisogna sottolineare che il Boko Haram non fabbrica armi, quindi sono gli stessi Stati limitrofi a venderne. Date le vicine elezioni, Jonathan sta tentando una propaganda, dichiarando proprio in questo momento il legame tra Boko Haram e ISIS e parlando del miglioramento dell’esercito nigeriano. Alla luce di questi fatti, a mio parere il presidente non ha comunicato nulla di nuovo a livello informativo, facendo emergere quanto le autorità nigeriane abbiano lasciato sfuggire la situazione di mano. La Nigeria dovrebbe prestare più attenzione anche ai rapporti diplomatici con gli stati limitrofi, in modo da riuscire a ricostruire la sicurezza di questo Paese. È chiaro quanto questa non sia una guerra religiosa, bensì mirata a ottenere il controllo di risorse e zone strategiche, appunto quella del nord-est nigeriano.

      Elimina
    3. Concordo a pieno con ciò che hanno detto i miei colleghi. Penso sia un dato di fatto che la dichiarazione del presidente Jonathan non ha rivelato nulla di nuovo, bensì ha solo esplicitato un legame tra il Califfato islamico e l'organizzazione terroristica Boko Haram, che era da un po' divenuto un dato di fatto. Ciò che mi ha lasciata alquanto perplessa dopo aver visto il video era piuttosto la tranquillità con cui il presidente affrontava l'argomento, facendo trasparire una certa irresolutezza. Questa mancata volontà di agire prontamente si è manifestata in molte occasioni, ultima ma non meno importante quella relativa al salvataggio di circa 200 studentesse rapite lo scorso anno da Boko Haram.
      A questo punto io mi chiederei: perché questa lentezza? Potrebbero esserci degli interessi nascosti da parte del governo nigeriano?

      Elimina
  6. Cari colleghi,
    vi posto un commentary rilasciato dall'ISPI riguardante il ruolo del Ciad nel conflitto che sta investendo la Nigeria.
    Buona lettura!

    http://www.ispionline.it/sites/default/files/pubblicazioni/commentary_degeorgio_12.02.2015.pdf

    RispondiElimina
  7. Buonasera ragazzi,
    poche settimane fa discutevamo su come la Tunisia (luogo in cui le Primavere Arabe ebbero inizio) fosse l'unico Paese del Nord Africa in cui la democrazia ha cominciato a farsi strada, grazie alle elezioni parlamentari libere tenutesi pochissimi mesi fa e alla collaborazione tra le diverse parti politiche in gioco. Eppure, i jihadisti oggi hanno deciso di colpire con un attentato l'unico Paese in cui la rivoluzione araba ha avuto successo. Vi posto alcuni link in cui potete trovare le news più recenti:

    http://www.bbc.com/news/world-africa-31941672

    http://www.theguardian.com/world/2015/mar/18/eight-people-killed-in-attack-on-tunisia-bardo-museum

    http://www.aljazeera.com/news/2015/03/tunisia-declares-museum-hostage-crisis-150318142439733.html

    RispondiElimina
  8. Cari colleghi,
    Vi riporto l'articolo tratto dal New York Times che avevo segnalato mercoledì in aula riguardo al ruolo della Francia nei conflitti africani, in risposta anche al quesito che aveva sollevato Jamil durante la discussione. Penso che possa essere abbastanza utile per farci un'idea di quanto questa nazione sia impegnata nella battaglia contro il terrorismo e di quanto peso essa abbia anche nella Comunità internazionale nell'ambito delle decisioni legate a questi avvenimenti.
    Buona lettura.

    http://www.nytimes.com/2015/03/16/world/africa/leading-role-for-france-as-africa-battles-back.html?ref=africa&_r=0

    RispondiElimina

  9. Le elezioni sono state vinte da Gen Buhari e la buona notizia è il fatto che Goodluck Jonathan abbia accettato la sconfitta, congratulandosi personalmente con il suo avversario.

    http://www.bbc.com/news/world-africa-32139858

    RispondiElimina
  10. Cari colleghi,

    vi allego di seguito il link dell'intervista sulla Nigeria fatta al professore Turco su Radio Vaticana il 01/04/2015.

    http://it.radiovaticana.va/news/2015/04/01/nigeria_muhammadu_buhari_%C3%A8_il_nuovo_presidente/1133787

    Buhari è il generale che guidò la giunta militare negli anni 80, un ex golpista, in passato sostenitore dell’applicazione della sharia la legge islamica negli Stati del nord del Paese. Oggi dice di voler " guarire le ferite del Paese e lavorare per il futuro".

    - Spettro di una dittatura militare in agguato?
    - Segnali positivi, che ci potrebbero far ben pensare nei primi giorni di questo Presidente, quali potrebbero essere?

    Riflettiamo insieme sulle possibili risposte tenendo presente da dove siamo partiti e verso dove potremmo andare

    Buona lettura e Buona Pasqua!

    RispondiElimina
  11. Subito dopo la vincita il nuovo presidente si esprime dicendo:

    "I vostri voti dimostrano che ci credete in un futuro migliore per la Nigeria. Voi avete Vinto Nigeriani. Il popolo ha mostrato l'amore per la nazione e la loro fede nella democrazia."

    Buhari viene visto come un presidente per tutti i nigeriani, per la loro speranza di un governo diverso dal passato. Come sappiamo, la grande minaccia è Boko Haram. Buhari avrà poco tempo a disposizione per combattere e sconfiggere gli estremisti.

    Shelu Shari, attivista senatore sostiene che innazittutto il nuovo presidente debba prendere in considerazione il combattimento di Boko Haram e dimostrare al popolo di voler sconfiggere la violenza e la corruzione così come ha fermamente affermato.

    Le prospettive sembrano positive, il popolo ha votato per il futuro, molti non sanno del passato militare di Buhari. La nazione necessita ora giustizia e pace.

    Attendiamo il momento del giuramente previsto per il 29 maggio e osserviamo le prime azioni del nuovo presidente.

    http://www.npr.org/blogs/parallels/2015/04/01/396757455/former-military-ruler-wins-nigerias-presidential-election

    RispondiElimina
  12. Cari colleghi,

    per rimanere sempre aggiornati sui fatti riguardanti la bolla sahariana, vi allego il link di un'intervista fatta da Radio Vaticana al Professore Turco il 18/05/2015 sul golpe in Burundi.

    http://it.radiovaticana.va/news/2015/05/18/timore_per_giro_di_vite_in_burundi_dopo_fallito_golpe/1144922

    Interessante notare nuovamente come in tutta l’Africa, appena si può, si tende a convogliare all’interno di un orizzonte securitario tutti i problemi possibili e immaginabili.

    Riflettere sulla possibile destabilizzazione del Burundi e l'apertura di uno scenario di instabilità che potrebbe portare a violenza è anche nostro compito.

    Buona lettura

    RispondiElimina
  13. Cari Colleghi,

    vi scrivo nuovamente per segnalarvi articoli interessanti sulla bolla sahariana nella rivista "Nigrizia", in particolare l'elezioni della Nigeria in questo mensile.

    E' possibile sfogliarla in parte anche online ed è ricca di documenti interessanti e prospettive di analisi complesse e ben strutturate.

    VI allego di seguito il link del sito della rivista.

    http://www.nigrizia.it/

    Buona lettura e buona scoperta di nuovi scenari!

    Elisa Butti

    RispondiElimina
  14. Cari colleghi,
    vi segnalo un interessante progetto realizzato sempre all'interno del programma "Smart Cities and Communities" all'interno di HORIZON2020, dalla città di Torino: Un parco "smart" a Torino, che potete trovare nella pagina ufficiale di Torino Smart City al seguente indirizzo:
    http://www.torinosmartcity.it/un-parco-smart-a-torino/

    Buna lettura

    RispondiElimina
  15. Cari colleghi,

    vi segnalo un incontro, promosso da ISPI, Altagamma e Sace, che si svolgerà presso la sede dell’ISPI giovedì 18 giugno alle 10:30, intitolato "MARKET FOCUS AFRICA SUBSAHARIANA".

    RispondiElimina
  16. Cari colleghi,

    Vi posto un articolo preso dalla rivista Nigrizia relativo alla presunta uccisione di Belmokhtar, figura emblematica del terrorismo in nordafrica e nella regione sahelo-sahariana.

    La sua uccisione servirà a qualcosa?
    Il leader jihadista Mokhtar Belmokhtar, tra i più noti terroristi del Nordafrica, potrebbe essere stato ucciso in un raid aereo statunitense due giorni fa in Libia. Una figura importante del terrorismo islamico, ma sul terreno la sua morte potrà davvero avere un impatto concreto?

    A tal proposito possiamo riflettere, come già sottolineato in aula, sulla geografia variabile dei gruppi terroristici che operano nella regione sahelo-sahariana nell'ultimo decennio in funzione degli avvenimenti locali – si pensi alla Libia post-Gheddafi e alla guerra in Mali, e del gioco delle alleanze tra i gruppi stessi.

    http://www.nigrizia.it/notizia/luccisione-di-belmokhtar-servira-a-qualcosa/notizie

    Buona lettura!

    RispondiElimina