Primavere arabe: Tunisia ed Egitto

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  1. Abbiamo parlato di Primavere Nordafricane: “PrimaverE” al plurale perché i movimenti sviluppati sono molteplici e “Nordafricane” per poterle distinguere dalle primavere arabe del Medio Oriente e per valorizzare l'intervento da parte delle popolazioni non arabe, in particolare i Berberi e i Tuareg. Entrambe sono due popolazioni autoctone che si stanziano su gran parte del territorio Nordafricano e si possono definire due popoli pre-arabi e pre-islamici. I due processi, islamizzazione (religione) e arabizzazione (lingua), compaiono e si sviluppano dapprima nelle città, per poi dilagare nelle campagne circostanti. Spesso, però, alcune comunità non saranno mai raggiunte: così nell’Africa settentrionale troveremo opposizioni tra città di lingua araba e di lingua berbera (appena influenzate dall’islamizzazione).

    I motivi principali che hanno portato alla nascita delle Primavere Arabe sono:
    1. Delusione dei giovani per la mancata visione di un futuro.
    2. Le donne organizzate in movimenti femminili volti a far riconoscere la loro autonomia.
    3. I dissensi da parte del Bled, che vorrebbe una più equilibrata distribuzione di poteri tra zone rurali e urbane.

    In aula abbiamo considerato specificatamente i casi della Tunisia e dell’Egitto:
    • Tunisia: dopo l’inizio delle rivolte nel 2010 il presidente Zine El-Abidine Ben Ali fugge e il partito Ennhada, unito alla troika (Ettakol e Congrès pour la République), elegge Moncef Marzouki nel 2011 come successore. Entriamo in una fase di transizione in cui l'Assemblea Nazionale Costituente (ANC) approva la Costituzione e lascia il potere a un governo neutro che deve assicurare la fase finale della transizione prima di arrivare alla stabilità, affidando il governo a un tecnocrate: Mehdi Jomaa nel gennaio 2014. Fino ad ora l'islamismo politico aveva ottenuto successi grazie all’approvazione della Costituzione, nella quale vengono inseriti dei principi assolutamente laici e soprattutto in cui la Shari’a non viene neppure citata tra le fonti del Diritto della Repubblica Tunisina, che quindi risulta essere uno Stato di religione islamica ma non uno Stato islamico. Questo successo si rende possibile grazie al dialogo instauratosi tra l’opposizione ed Ennahda con la troika. Ennahda, pur dimostrando di essere politicamente capace, viene punito perdendo la fiducia di molti suoi seguaci. Il 26 ottobre 2014 si tengono le elezioni in cui Ennahda perde. Vince il partito Nidaa Tounes insieme al suo leader Beji Caid Essebsi, che diventa presidente.
    • Egitto: il popolo si rivolta contro il regime di Mubarak e dopo poco tempo sale al potere la Fratellanza Musulmana, guidata da Mohammed Morsi. La Fratellanza Musulmana è un movimento più antico di Ennahda e che rivendica il suo statuto di movimento islamico o islamista ma non violento; vuole essere capace di porsi come soggetto politico e anche qui si pone la questione dell'islamismo politico come in Tunisia. Morsi, però, ha scarse capacità di mediazione tra le diverse forze politiche e presto viene contestato fino a quando non viene rimosso dal potere con un colpo di Stato (gennaio 2014), che porta alla presidenza Abd al-Fattah Al-Sisi. Il suo si pone come regime militare molto autoritario. La Fratellanza musulmana ha quindi fallito non riuscendo a soddisfare le richieste della piazza nonostante la sua forte cultura economica tradizionale, che però non è quella egemone nel mondo attuale. Inoltre vi è stata una totale mancanza di dialogo con le altre forze politiche e coi movimenti associativi.

    Gli esiti delle Primavere sono stati diversi per ogni Paese coinvolto nei movimenti di protesta, in particolare la Tunisia risulta essere una delle poche eccezioni. Bisogna inoltre aggiungere che le Primavere Nordafricane hanno colpito anche il Marocco e l’Algeria. Per quale motivo, però, questi due Paesi non ne sono stati i protagonisti, ma anzi sono stati poco influenzati da ciò che accadeva intorno a loro?


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