Il finanziamento delle politiche ambientali e paesistiche

1 commento:

  1. Le politiche europee del territorio, dirette e indirette, sono in linea generale tutte quelle politiche, che nell'ambito dei processi di cessione di sovranità, vengono concepite e in parte realizzate o delegate dai singoli stati per l'attuazione e che hanno un riflesso importante sul territorio.
    La faccenda è però singolare perché sempre più l'Unione Europea produce automaticamente le basi conoscitive su cui fonda i propri interventi e data la natura omogenea dei dati e la relativa comparabilità.
    Il ragionamento critico deve tenere poi conto della complessità della disciplina che agisce con una forte tendenza programmatrice e attraverso una multi-level-governance che mira a coordinare azioni su diverse scale di governo.
    Le domande a cui vogliamo dare risposta sono le seguenti:
    - Quali sono gli step per accedere ad un finanziamento?
    - L’Unione Europea fa una politica reale di investimenti in materia ambientale e paesistica o sono solo dichiarazioni di intenti?
    - Sono in atto dei cambiamenti?
    L'Unione Europea fornisce finanziamenti per un'ampia gamma di progetti e programmi nei settori più diversi.
    In merito ai finanziamenti settoriali a gestione diretta, la modalità di erogazione del finanziamento avviene sotto forma di sovvenzione, destinata a progetti specifici collegati alle politiche dell’Unione Europea, a partire dall’invito a presentare una proposta, la cd. call for proposal. Attraverso questa modalità solo una parte del finanziamento proviene dall’Unione Europea, la restante deriva da fonti diverse.
    In materia ambientale l'Unione Europea stanzia realmente dei finanziamenti con adeguati programmi di spesa; in particolare il programma LIFE+ vede stanziati 3,4 miliardi di euro, a fronte dei precedenti 2 miliardi, co-finanziando 4171 progetti.
    Collegandoci anche con il terreno delle pratiche partecipative che sono tra le più qualificanti nei processi di governance territoriale, troviamo al centro delle politiche configurative ambientali, due complesse ricerche svolte nell’ambito del Programma LIFE dell’Unione Europea concernente un consorzio di Parchi Appenninici – ANTIDOTO e LIFE Ex-tra.
    A questo punto ci chiediamo, una pluralità di attori segnala squilibri territoriali?? Inoltre, la presa in carico di territorialità fa sì che gli stakeholders siano intesi solo come reti locali di interessi?
    In merito al paesaggio, siamo di fronte ad un tema difficile e confuso su cui l'Unione Europea in realtà non entra molto e rispetto a cui purtroppo c’è un deficit di cultura e di comunicazione anche della comunità scientifica internazionale. Vi è da anni una lunga discussione in merito alla definizione di paesaggio e alla relativa tutela, non capendo che cosa sia una politica del paesaggio se si esce da una concezione oggettuale dei patrimoni. Come emerso non sono presenti finanziamenti diretti alle politiche paesistiche ma sono disponibili finanziamenti comunitari relativi alle politiche di greening per favorire maggiore equilibrio alle attività agricole e ai progetti di sviluppo urbano sostenibile integrato. Occorre allora interrogarsi su che cosa fosse il paesaggio prima dell’Unità d’Italia e per quali ragioni in quei secoli il paesaggio aveva un linguaggio corretto che ora non ha più. In materia paesistica, è possibile però finalmente rilevare un nuovo orientamento rappresentato da un progetto intitolato “The future of landscape-scale conservation in Europe”11 finanziato dal programma LIFE e presentato a Bristol.
    In questo contesto il paesaggio è oggetto di buone pratiche che richiedono responsabilità, ruoli chiari da parte degli stakeholders, un cross-functional working che permetta un lavoro in sintonia tramite processi partecipativi e decisioni inclusive.
    Augurandoci che l’intento comunitario rimanga in quest’ottica e sviluppi sempre più l’importanza delle configurazioni della territorialità, possiamo forse finalmente affermare che stiamo andando verso un cambiamento positivo in merito quelle paesistiche, fino ad oggi oggetto di un deficit culturale e comunicativo.

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