Sintesi La politica africana come narrazione

1 commento:

  1. Abbiamo analizzato la situazione di diversi paesi all’interno della bolla sahariana. Non possiamo fare a meno di puntualizzare anche la questione della crisi della politica e delle nuove narrazioni d’Africa.
    Le narrative africane, eterotopiche, sono state concepite fuori dall’Africa, da soggetti non africani.
    Le cosiddette "narratives" tendono però a diventare il discorso dominante. Gli attori che elaborano queste narratives sono attori che si muovono a scala globale, nascono quindi tra New York, Washington, Parigi.
    Riconosciamo però che le narratives tendono ad essere delle narrazioni non verificate sul terreno, perché riguardano dinamiche ed accadimenti che investono il livello più elevato di transcalarità.
    Nel corso dei secoli, l’Africa è stata descritta attraverso narrazioni con rappresentazioni fuori dal contesto.
    Distinguiamo la fase mercantile con una narrazione ispirata da un sistema di tipo colbertiano, un paese è ricco solo se gli abitanti sono ricchi.
    Il sistema capitalistico invece, puntava sugli affari commerciali fuori dal territorio nazionale. Durante la tratta schiavistica infatti, l’essere umano veniva scambiato come merce. Due secoli fa si riteneva fosse lecito un traffico di persone di questo genere, uno scambio di manodopera nelle terre dell’America favorite da clima e vegetazione.
    Nella fase coloniale si sviluppa una certa legittimazione ideologica: attraverso le opere per esempio di F.Hegel e di R.Kipling , possiamo capire come l’Africa veniva negata, come gli africani non venivano considerati persone e come si pensava l’uomo bianco avesse il dovere di aiutare a crescere gli africani, visti come dei bambini.
    Nella fase postcoloniale invece, si sviluppano altre narrazioni continue che riguardano “miseria”, “guerre”, “fame”, “malattie”.
    Allo stesso tempo, riceviamo le notizie dei grandi forum come “2015 Africa CEO forum” che ha avuto luogo a Ginevra lo scorso marzo e che si è focalizzato sulla priorità di sviluppo delle imprese africane. Ma come si fa a parlare di sviluppo economico in queste condizioni? Come si fa a discutere di “comunication”, “logistics”, “energy” “trasport” e di “Africa come leader della terza rivoluzione industriale”? Queste narrazioni lanciano slogan, i quali, vengono però assorbiti dagli ascoltatori che sono dei decisori politici d’impresa, si tratta di una narrativa che produce la realtà e non il contrario.
    Riflettiamo sul perché le narrazioni sono elaborate sempre fuori dall’Africa ed imposte all’Africa? Perché l’Africa è sempre il soggetto narrato e non è mai narrante?

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