Sintesi seminario politiche urbane UE

1 commento:

  1. L’urbanizzazione è un percorso strettamente legato alla produttività agricola quest’ultima essenziale perché, per far si che la popolazione possa vivere nelle città è necessario che le aree rurali siano in grado di nutrire una sufficiente quantità di persone che non si occupano di agricoltura.
    Tra il 2010 e il 2015 il processo di crescita della popolazione urbana è stato violento. La tendenza all’urb. è più veloce di quanto non lo sia stata in passato, con conseguenze negative tra cui lo sviluppo di megalopoli gigantesche.
    Il processo di crescita delle megalopoli in Europa è stato diverso rispetto al resto del mondo, che ha avuto un processo di crescita più lento ed equilibrato proprio perché possiede una storia urbana: le città sono il fondamento dell’identità europea, sono molto più antiche degli stati e costituiscono l’identità dei cittadini.
    Il processo urbano in Europa risulta essere sostenibile ed equilibrato e il lavoro dell’UE su questo aspetto è molto forte e intelligente, proprio per evitare di finire nel vortice delle megalopoli che sono un concentrato di problemi.
    Quando parliamo di urb. parliamo essenzialmente di agglomerati urbani di varie dimensioni. Nel 2014 si contavano 28 megalopoli con più di 10 milioni di abitanti.
    In Europa ci sono solo tre megalopoli: Parigi, Londra e Istanbul, che pur essendo delle megalopoli risultano più facili da governare perché sono organizzate in modo molto attento, hanno diverse amministrazioni con diversi coordinamenti, hanno un processo di urb. che è durato alcuni secoli e che ha consentito alle amministrazioni di produrre servizi, di organizzare il trasporto.
    Le megalopoli da 10 milioni di abitanti significano una esplosione di problemi tremendi, da quelli sanitari a quelli del trasporto, di tipo organizzativo, perché chi ha vissuto nel periodo della grande crescita sa che è complicato gestire la crescita urbana - le città europee ci sono riuscite.
    Le città sono il luogo dove è nata la sfida per vedere se l’umanità riuscirà a governare questi processi in modo accettabile per la qualità di vita delle persone che fanno parte di quell’ambiente. Chi conosce le grandi agglomerazioni africane, sud americane, nord americane e soprattutto asiatiche sa quanto la sfida sia difficile e complessa.
    Un secondo vantaggio dell’Europa è che il suo esodo rurale è avvenuto in contemporanea alla grande epoca industriale e quindi le popolazioni, che si sono trasferite dalle campagne in città, si sono trasferite con già un lavoro pronto, questo ha fatto si che il processo di urbanizzazione non abbia coinciso con una grande massa di povertà e di disoccupazione urbana.
    Nelle politiche europee i fondi strutturali per le politiche urbane tendono a concentrarsi nelle grandi capitali.
    L’UE fa programmi di 7 anni. Per ogni programma si da un quadro finanziario pluriennale.
    Il programma attuale si chiama EUROPA2020, ha 3 obiettivi principali: lo sviluppo sostenibile (ambientale e sociale); programma inclusivo (una Europa capace di includere, es. tema emigrazione); programma intelligente (capace di utilizzare appieno le nuove tecnologie)
    Le città dentro questo programma assumono un ruolo importante e nella pianificazione si chiede alla città di tenere conto di quegli obietti e di trarre da quest’ultimi quello che è più importante per le città stesse.
    Le città a questi obiettivi possono contribuire sotto molti punti di vista, sicuramente nello sviluppo intelligente, sulla base di questo è emerso anche il tema delle Smart City.
    Anche il tema delle città verdi e sostenibili è essenziale, perché se l’Europa vuole dare un futuro di sostenibile alla sua popolazione, dato che l’80% vive nelle città, è evidente che vanno cambiati li i modelli di vita, di consumo, di uso del suolo, consumo energetico, ecc.
    La pianificazione urbana non è una competenza diretta dell’UE e per questo usa il metodo del coordinamento.

    RispondiElimina