Repubblica Centrafricana

5 commenti:

  1. “Potremmo dire che la situazione nel Centrafrica sia stazionaria, ma in realtà la situazione è peggiorata dal mese di settembre. All’inizio del mese di ottobre ci sono stati scontri violenti tra le milizie anti-balaka e le forze internazionali a Bangui, la capitale della RCA.
    Notiamo una forte ripetizione degli incidenti securitari contro le organizzazioni umanitarie nelle province della RCA, oltre al continuo combattimento tra le milizie anti-balaka e i miliziani della Seleka nel centro del paese, per il controllo di una zona strategica tra Bambari e Bria.
    Oltre alla situazione securitaria, il governo di transizione deve affrontare una crisi politica, in quanto il governo è stato prima accusato di inefficacia e da settembre/ ottobre si riscontrano accuse di corruzione verso il governo di Catherine Samba Panza.
    Le accuse hanno fortemente contribuito all’escalation di violenza riscontrata a inizio ottobre. Le accuse hanno anche spezzato le relazioni tra il governo di transizione e il consiglio nazionale di transizione, una sorta di mini parlamento della transizione. È urgente che gli attori internazionali implicati nella crisi centro africana trovino delle risposte a quattro domande:
    1- La prima questione è: come migliorare la situazione securitaria a Bangui, nella capitale? Su questo punto bisogna combinare una risposta militare, un lavoro di polizia e un dialogo comunitario.
    2- La seconda domanda riguarda il futuro delle milizie anti-balaka e seleka, su questo argomento la comunità internazionale non ha sempre fornito risposte; si pone anche la questione del programma DDR, che deve essere pensato e discusso con i leader dei gruppi armati.
    3- Terza domanda: cosa fare degli ex militari dell’ex-esercito centroafricano che si è dislocato? Hanno giocato un ruolo molto importante nelle violenze d’inizio ottobre, bisogna quindi iniziare a pensare alla ricostruzione di un embrione di esercito.
    4- Ultima domanda: chiedersi perché volere accelerare il calendario elettorale in tale contesto. Quale potenziale destabilizzatore ed effetti negativi potrebbero esserci se si lancia una competizione elettorale in una situazione quasi completamente deteriorata?
    Durante la discussione siamo partiti dall’analisi di questo video, in cui Thierry Vircoulon, direttore del progetto Africa Centrale dell’International Crisis Group si poneva queste quattro domande riportate nella trascrizione.
    Abbiamo visto come la Crisi Centrafricana sia una crisi diversa, in quanto la resilienza tipica di questo paese è stata messa a dura prova per via delle diverse declinazioni di questa crisi: securitaria, intercomunitaria e umanitaria. Notiamo immediatamente che la crisi intercomunitaria ha subito una forte deriva lessicale, la lotta tra Séléka e Anti-Balaka si è trasformata in una lotta tra cristiani e musulmani. Definizione assolutamente incorretta.
    La discussione si è poi concentrata sul Processo di Nairobi, ovvero un accordo firmato il 28 gennaio a seguito delle negoziazioni tra i due gruppi armati che prevede un cessate il fuoco entro 72 ore, un programma DDR e la creazione di corridori umanitari per assistere gli sfollati. Apparentemente un accordo coerente, ma cosa si nasconde? L’accordo è stato firmato senza l’OK del governo di transizione. La domanda che sorge è: chi sta dietro questo accordo? Ed ecco la risposta: una serie di vecchi attori si riuniscono per architettare un accordo alquanto ambiguo; troviamo M.Djotodia e François Bozizé (gli ex presidenti) per di più entrambi condannati dall’ONU che scartando le autorità di transizione firmano alla presenza del grande uomo della guerra, il generale N.Addam.
    Subito dopo la firma dell’accordo troviamo un altro incontro “L’Appel de Rome” dove si riuniscono nove esponenti politici che si impegnano nella riuscita del prossimo Forum di Bangui.

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  2. Subito sorgono le seguenti domande:
    1- A cosa serve un appello così lontano dalla data di scrutinio (rinviata a giugno)?
    2- Un appello organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma a cosa può servire?
    3- Si tratta di tempo tolto al Forum di Bangui?
    Dopo tutte queste domande aperte però ci siamo focalizzati su un altro enorme problema della RCA: il conflitto nascosto, ovvero la lotta tra comunità pastorali e comunità agricole. Un conflitto che è lontano dagli occhi di tutti ma che sta creando milioni di sfollati, rifugiati e morti. Il bestiame diventa fonte di ricchezza e di violenza in un paese alla totale deriva.
    Le questioni sorte al termine della discussione riguardano soprattutto le azioni della comunità internazionale che mancano soprattutto in efficacia. Il problema dei rifugiati, chi se ne occupa? E infine riusciranno le elezioni ad avvenire in questo clima di totale sbaraglio?

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  3. Cara Elisa,

    I rappresentanti dei due gruppi di milizie ex-Seleka e Antibalaka che si affrontano in Centrafrica hanno firmato a Nairobi un cessate il fuoco.

    Ti segnalo questo articolo:

    http://www.agoravox.it/Centrafrica-milizie-firmano-la.html

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  4. Notizia del 29 marzo 2015:

    Repubblica Centrafricana
    "Proveranno a votare in agosto. Altrimenti riesploderà la guerra civile col ripetersi dei massacri fra musulmani e cristiani. La tregua fragilissima, regge da un mese in una situazione quasi irreale."

    cosa ne pensi?

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    http://www.quotidiano.net/repubblica-centrafricana-voto-1.805514

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  5. sono pienamente d'accordo con il fatto che bisogna pensare al.più presto a una soluzione. Non so se entro agosto riusciranno a organizzare libere elezioni viste le continue crisi. Si auspica comunque un intervento che morì a un'azione di Peace building. Lo stato ha bisogno di aiuto. Ricordiamo che sottolineare un massacro tra cristiani e musulmani sia una distorsione linguistica. Come abbiamo visto gli scontri non sono su base religiosa.
    grazie per gli articoli!

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