Sintesi seminario Egemonie e contro egemonie nelle questioni di confine: il caso di Frontex

1 commento:

  1. Tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90 del XX sec., abbiamo assistito ad una svolta processuale nei border studies, ovvero il passaggio della frontiera intesa come border alla frontiera intesa come bordering. In questo contesto utilizziamo un approccio metodologico dei borderscapes, in cui le frontiere e le migrazioni sono in una relazione complessa, in un interazione che co-costituiscono vicendevolmente. Tramite un approccio multisituato nelle politiche migratorie dell'UE si prende in considerazione la frontiera non solo come istituzione, ma anche come processo culturale, sociale complesso, in modo da mettere in luce le tensioni tra gli aspetti normativi e le resistenze, le controgeografie dei popoli che abitano questo spazio di frontiera.
    Caso di studio:
    Frontex è l'agenzia dell'UE che si occupa della gestione della cooperazione delle frontiere esterne, rispettando la carta dei diritti fondamentali dell'UE. Nasce il 26 ottobre 2004 e diventa operativa nel 2005 con sede a Varsavia.
    Le sue principali funzioni sono:
    operazioni congiunte per quanto riguarda le frontiere di mare, di terra e aeree dell'UE
    training per coordinare gli eserciti dei diversi stati membri
    risk analysis, incrociando vari tipi di informazioni per assicurare la giusta quantità di protezione agli stati membri
    ricerca e sviluppo tramite l'utilizzo delle nuove tecnologie
    operazioni di rimpatrio dei migranti, rispettandone i diritti umani.
    Frontex si basa su tre principi, che fanno parte del suo slogan: libertas, securitas e justitia.
    Sul piano dei finanziamenti, è l'agenzia che possiede il budget più elevato all'interno dell'UE.
    Nel 2008 il finanziamento annuo era di 70 milioni di euro, nel 2014 di 97 milioni e per il 2015 sono previsti 114 milioni circa.
    Con Frontex le frontiere diventano una questione extraterritoriale, la gestione diventa sovranazionale.
    Caso Libico:
    La Libia è considerata come un paese che non rispetta i diritti umani, dal momento che non ha aderito alla Convenzione di Ginevra, tuttavia Frontex ha giocato un ruolo importante nelle relazioni Italia-Libia e questo ruolo è cambiato da un prima delle primavere arabe a un dopo.
    La prima, quella del 2007, era una missione tecnica della Commissione europea per le immigrazioni illegali, mentre Hermes del 2011 era una joint operation nel canale di Sicilia.
    Abbiamo a che fare con un paradosso delle politiche migratorie frontaliere in quanto da una parte si cerca la cooperazione con i paesi africani per lo sviluppo di questi paesi e per i diritti umani dei migranti e dall'altra parte si crea un controllo esasperato, una militarizzazione del Mediterraneo e la criminalizzazione dell'atto migrante. Questo paradosso ha portato a molte critiche e a molte rappresentazioni di Frontex, che è stato definito come il muro d'Europa. Sono state riportate cifre di 29917 morti nel Mediterraneo dal 1993 al 2015 e tra questi soltanto il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 conta 366 vittime.

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